Archivi della categoria: Ultime dalla diocesi

Veglia per il creato all’eremo di Gamogna

"Dio ha fatto bella ogni cosa a suo tempo": venerdì 2 ottobre in occasione della festa ebraica di Sukkot

Il settore pastorale diocesano per l’ecumenismo e il dialogo organizza “Dio ha fatto bella ogni cosa a suo tempo”: una veglia per il creato all’eremo di Gamogna venerdì 2 ottobre alle ore 20.30, in occasione della festa ebraica di Sukkot.

Guiderà la veglia il testo biblico di Qoelet, che si legge nella festa ebraica delle capanne (Sukkot), che inizia proprio il 2 ottobre. Scrive Luigino Bruni:

Sorella “vanitas”, fratello Abele. L’unica solidarietà che salva è quella che fiorisce dal riconoscimento della nostra reciproca fragilità. Se la “fraternité” potrà risorgere, sarà la risurrezione degli infiniti Abele che abitano sotto il sole. Il libro di Qohelet viene letto durante la “Festa delle capanne” (Sukkot), quando insieme alla gioia per la vendemmia si ricorda anche l’umile e fragile capanna dell’Esodo, che le famiglie costruiscono nei giardini delle case, con materiali semplici e provvisori. Qohelet tiene viva la memoria della insufficienza della nostra saggezza, della caducità della vita. Ma la capanna è anche simbolo e ricordo dell’attraversamento del mare, quando donne e uomini liberi perché liberati dalla schiavitù dei faraoni e dei loro idoli, iniziarono nel deserto una vita nuova. Una capanna di canne è una buona casa per chi vuole liberarsi dagli imperi delle illusioni consolatorie. Per chi vuole continuare a stare dalla parte di Abele mentre la mano di Caino continua a colpirlo. (Una casa senza idoli. Qoelet, il libro delle nude domande, EDB, 2017, 27)


Pagina con vista: paesaggi e città nel teatro e nella musica

"Nature inquiete - Sguardi d’artista sul paesaggio", venerdì 25 settembre nella Chiesa di Santa Maria dell’Angelo a Faenza

Venerdì 25 settembre ore 21.00 nella Chiesa di Santa Maria dell’Angelo a Faenza reading poetico-musicale “Pagina con vista”: letture di Federica Bevilacqua, Veronica Drei, Dea Rakovac, Emiliano Troiano; al pianoforte Simone Bregaglio. L’iniziativa fa parte del progetto “Nature inquiete – Sguardi d’artista sul paesaggio” organizzato dal Museo diocesano di Faenza.

“Pagina con vista” è una serata di letture teatrali che raccontano paesaggi e città, accompagnate da musiche inedite. L’evento è nato per viaggiare con l’immaginazione, seguendo le emozioni nascoste tra le pagine dei libri. Il tema è il viaggio: un viaggio alla scoperta dell’Italia, dei suoi paesaggi e delle sue città, attraverso brani letterari (da Calvino, in montagna con Marcovaldo, a Manzoni, nei boschi bergamaschi attraversati da Renzo; dagli abissi del Mediterraneo di Montale al mare agitato della Napoli di De Filippo). Le letture sono a cura di quattro giovani attori: Emiliano Troiano si forma in Drama and Performing Arts presso l’Università di Cambridge e alla Scuola di Teatro Colli di Bologna; Veronica Drei si laurea in Architettura, insegna nella scuola pubblica e si forma alla Scuola di Teatro Galante Garrone; Federica Bevilacqua si laurea in Traduzione e Interpretazione e insegna teatro presso l’International School of Bologna; Dea Rakovac è laureata in Traduzione e Interpretazione, si forma presso la Scuola di Teatro Galante Garrone e insegna italiano come seconda lingua alla International School of Bologna. Le musiche sono composte da Simone Bregaglio, pianista.

Evento su prenotazione (334 3996492, Veronica) entro le ore 12 del 25 settembre. Offerta libera.


Francesca Masi presenta le immagini di natura nella Divina Commedia

"Nature inquiete - Sguardi d’artista sul paesaggio", giovedì 24 settembre nella Chiesa di Santa Maria dell’Angelo a Faenza

Giovedì 24 settembre ore 21.00 nella Chiesa di Santa Maria dell’Angelo a Faenza conversazione con Francesca Masi: «Il fondamento che natura pone», le immagini di natura nel viaggio ultraterreno di Dante. Introduce Barbara Piani, dell’Ufficio per la Pastorale della Cultura della Diocesi di Ravenna-Cervia. L’iniziativa fa parte del progetto “Nature inquiete – Sguardi d’artista sul paesaggio” organizzato dal Museo diocesano di Faenza.

La Commedia inizia con l’immagine potente della selva e si conclude al cospetto di Dio nella bellissima suggestione delle foglie levi di Sibilla, attraverso un fluire di sfondi, di similitudini di evocazioni che ci dicono di un paesaggio naturale, scritturale, immaginifico e ancora di più di una natura come luogo teologico. Nel viaggio oltremondano l’ambiente naturale è paesaggio, ricordo, metafora, postura emotiva, è “vangelo della creazione” per usare la bella espressione di papa Francesco nel capitolo II di Laudato sì. La percezione del visibile, la conoscenza sensibile e il radicamento del mistero nella creaturalità sono snodi preziosi che il viaggio di Dante restituisce al percorso in interiore di ciascuno e ciascuna, il fondamento che natura pone dunque è farsi pellegrini e pellegrine dei giorni che ci è dato vivere ora.

Evento a ingresso libero.


VIDEO / Il Cardinale Pio Laghi intervistato da Piero Schiavazzi (1995)

Il giornalista Piero Schiavazzi intervista il Cardinale Pio Laghi

Pio Laghi

Una testimonianza d’archivio per riscoprire il cardinale, l’uomo e il diplomatico. In questo documento d’archivio il giornalista Piero Schiavazzi intervista il Cardinale Pio Laghi. 

Pio Laghi (Castiglione di Forlì, 21 maggio 1922 – Roma, 10 gennaio 2009) è stato un cardinale e arcivescovo cattolico italiano e diplomatico della Santa Sede. A undici anni dalla scomparsa la diocesi di Faenza-Modigliana ha pubblicato il volume “Cardinale Pio Laghi” a cura del vescovo, mons. Mario Toso, ricco di contributi che fanno luce sui tanti aspetti della sua vita.


Convegno nazionale per i direttori degli Ucd e Catechisti: il webinar del 25 settembre

Venerdì 25 settembre 2020 dalle ore 17.30 alle ore 20 avrà luogo il Convegno nazionale per i direttori degli UCD e Catechisti dal titolo “Ripartiamo insieme”

Venerdì 25 settembre 2020 dalle ore 17.30 alle ore 20 avrà luogo il Convegno nazionale per i direttori degli UCD e Catechisti dal titolo “Ripartiamo insieme” che quest’anno si svolgerà in modalità on line (webinar).
Argomento principale della sessione di lavoro saranno le Linee guida per la catechesi in Italia in tempo di COVID, linee che sono state già condivise con voi.
Interverranno
– S. E. Mons. Erio Castellucci, Presidente della CEDAC che introdurrà il convegno e presiederà i lavori e la preghiera;
– don Roberto Repole, che ci aiuterà a riflettere sul volto della comunità oggi, in tempo di pandemia;
– il Prof. Pier Cesare Rivoltella, che approfondirà il tema della comunicazione e dei linguaggi;
il Prof. Pierpaolo Triani che ci darà una lettura ed una prospettiva sulle linee guida.
Attraverso la diretta streaming sarà possibile, attraverso i canali ufficiali Youtube e Facebook della CEI, rendere disponibile la sessione di lavoro anche a tutti i catechisti italiani, collaboratori degli UCD e tutti coloro che saranno interessati.
YOUTUBE
https://m.youtube.com/ChiesaCattolicaItaliana
FACEBOOK
https://www.facebook.com/conferenzaepiscopaleitaliana

Intervento di Fisichella per una catechesi efficace

L'arcivescovo ha presentato a Faenza il Direttorio per la catechesi

SCARICA il testo della relazione di Fisichella in formato PDF.

L’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, è intervenuto mercoledì 16 settembre alle giornate di formazione del clero faentino per presentare il “Direttorio per la catechesi” pubblicato del Pontificio consiglio nei mesi scorsi. La conferenza, aperta al pubblico, è stata trasmessa in diretta streaming sul canale YouTube Sinodo dei Giovani – Faenza, dove la registrazione può essere rivista.

In apertura Fisichella ha reso ragione della necessità di un nuovo direttorio per la catechesi, dopo i due precedenti pubblicati nel 1971 e nel 1998. Sant’Agostino, nell’affrontare le difficoltà della catechesi nel suo tempo (De catechizandis rudibus), scrive: “quando colui che ci ascolta, anzi ascolta Dio tramite nostro, quando lui avrà cominciato a progredire nella fede, non oserà attribuire a noi oppure a sé questo successo, ma amerà ciascuno come amico di Chi lo ha amato quando ancora non lo conosceva”. Ancora oggi la sfida che richiede la nuova pubblicazione di un Direttorio per la catechesi è quella di una nuova cultura: la cultura digitale globalizzata all’interno della quale si deve necessariamente inserire l’evangelizzazione, senza restarne fuori. La cultura è da conoscere, nei suoi limiti e nei suoi pregi. Oggi la cultura spinge una vera svolta antropologica che ridefinisce i temi della libertà e della verità. La dimensione digitale non è semplicemente un nuovo strumento a disposizione dell’uomo, ma è parte dell’identità stessa dell’uomo odierno, ha ricordato il teologo. La tecnologia digitale sta cambiando l’identità dell’uomo: la catechesi oggi deve fare i conti con questa dimensione.

La catechesi è parte integrante dell’esperienza cristiana fin dall’origine: Gesù è stato il primo catechista; Luca scrive il suo vangelo come catechesi per Teofilo; Paolo scrive le proprie lettere per condurre le comunità cristiane alla professione della fede. Nel Nuovo Testamento la catechesi è racconto di un incontro con il Risorto: “abbiamo incontrato il Signore e lo raccontiamo a voi”. Fisichella si è soffermato su questo’aspetto kerygmatico della catechesi: in essa viene dato il primo annuncio, primo non in senso cronologico, ma fondativo. Messa in nuova luce da Dei Verbum ed Evangelii Nuntiandi, la dimensione kerygmatica della catechesi non va mai dimenticata. Prima di darle i contenuti della fede, occorre generare nella persona l’incontro con il Risorto. La catechesi non è fatta per dare i sacramenti, ma per offrire le ragioni della fede.

Il tono dell’arcivescovo si è fatto appassionato nel sottolineare la dimensione comunitaria della fede: il soggetto della catechesi è la comunità, non il singolo catechista, perché la professione di fede non sia semplicemente “io credo” ma “noi crediamo”. Anche la categoria del “mistero” è parte integrante della catechesi: non tanto come verità nascosta e inconoscibile, quanto come partecipazione ad una dimensione divina che supera l’uomo e che l’uomo non potrà mai possedere in pienezza.

Fisichella ha concluso offrendo alcune piste di lavoro concrete per rinnovare la catechesi ed accogliere lo spirito del nuovo Direttorio:

  • liberare la catechesi dall’essere identificata con la scuola o con qualsiasi percorso di formazione a tappe;
  • non strumentalizzare i sacramenti per intenti pastorali (ad esempio ritardando la cresima per trattenere i ragazzi più a lungo in parrocchia);
  • riscoprire la dimensione della preghiera;
  • rispettare ogni singola persona (ogni bambino, ogni ragazzo) nel suo momento di vita, nelle sue ragioni per offrire a ciascuno un annuncio personalizzato;
  • indirizzare alla via della sequela: non serve imparare a memoria delle formule, quanto puntare all’essenziale che è uno stile di vita improntato al vangelo.

Mons. Rino Fisichella nella cappella del seminario di Faenza


La Lettera dei Vescovi in occasione dell’apertura dell’anno formativo del Seminario regionale

La lettera in occasione dell’apertura dell’anno formativo del Pontificio Seminario Regionale Flaminio “Benedetto XV”. La lettera, indirizzata ai seminaristi, ai presbiteri, ai diaconi, ai membri della vita consacrata e a tutti i fedeli, è firmata dagli Arcivescovi e dai Vescovi delle nove diocesi delle quali il Seminario forma i seminaristi.

seminario regionale

La Conferenza Episcopale dell’Emilia-Romagna si è riunita in assemblea venerdì 11 settembre a Bologna e durante i lavori, presieduti da S.E. il card. Matteo Zuppi, presidente della Ceer e arcivescovo di Bologna, è stata anche predisposta una lettera in occasione dell’apertura dell’anno formativo del Pontificio Seminario Regionale Flaminio “Benedetto XV”. La lettera, indirizzata ai seminaristi, ai presbiteri, ai diaconi, ai membri della vita consacrata e a tutti i fedeli, è firmata dagli Arcivescovi e dai Vescovi delle nove diocesi delle quali il Seminario forma i seminaristi.

Nella lettera i Vescovi desiderano «cogliere questa occasione per condividere un messaggio di fondata fiducia e di tenace speranza alle nostre Chiese particolari». Oltre ai seminaristi un pensiero di ringraziamento è rivolto anche all’équipe dei formatori, che durante la scorsa estate si è in gran parte rinnovata, e a chi ha svolto con dedizione e competenza questo servizio di formazione. Un pensiero va pure a tutti i presbiteri delle diocesi, ricordando che «il primo dono che possiamo offrire alle nostre comunità è quello di una amicizia e fraternità concretamente vissute nel presbiterio». I Vescovi, infine, si rivolgono a tutti i fedeli delle diocesi rinnovando «la domanda di una preghiera assidua per le vocazioni» e a tutte le comunità parrocchiali, le associazioni, i movimenti e le aggregazioni ecclesiali invitando «a rinnovare la loro vita seguendo l’invito del Vangelo, con una partecipazione assidua e corresponsabile alla vita della comunità cristiana».

La lettera per l’apertura dell’anno formativo

Lettera Vescovi per apertura anno Seminario Regionale


Un nuovo Messale per liturgie più partecipate

Il camaldolese Matteo Ferrari ha presentato al clero la terza edizione italiana del Messale

SCARICA il testo della relazione di Ferrari in formato PDF.

Martedì 15 settembre nel seminario vescovile di Faenza il monaco camaldolese Matteo Ferrari ha presentato al clero diocesano la terza edizione italiana del Messale Romano, in arrivo adesso nelle librerie: in Emilia Romagna l’uso diventerà obbligatorio a partire dal 29 novembre (infatti i nostri vescovi hanno anticipato la data del 4 aprile 2021 prevista a livello nazionale). Il Messale è il testo ufficiale usato della Chiesa per la celebrazione della Messa: questa nuova edizione porterà con sé concreti cambiamenti nel modo in cui si celebrerà la Messa in Italia.

La rinnovata edizione si è resa necessaria per tre motivi, ha spiegato Ferrari: la terza edizione ufficiale in latino venne pubblicata già nel 2002 e ancora attendeva di essere tradotta in italiano; nel 2008 arrivò anche una nuova traduzione italiana della Bibbia e molti testi della liturgia, che sono citazioni del testo biblico, andavano di conseguenza aggiornati; infine Papa Francesco con il documento Magnum principium del 2017 stabilì procedure rinnovate per la traduzione e l’approvazione dei testi liturgici.

Questa nuova edizione, tuttavia, presenta pochi cambiamenti e non stravolge la struttura della Messa così come la conosciamo: la liturgia deve rimanere infatti nella sua integrità, accolta dalla Chiesa come un dono ricevuto da Dio. Papa Francesco al numero 40 di Lumen Fidei presenta la liturgia come abito della fede, che “mette in gioco tutta la persona, corpo e spirito, interiorità e relazioni”.

Il Messale in uso fino ad oggi era la seconda edizione italiana, pubblicata nel 1983: non era una semplice traduzione della seconda edizione latina, perché con una scelta coraggiosa la CEI inserì molte parti nuove (collette, antifone, prefazi, preghiere eucaristiche) che si aggiunsero a quelle tradotte dal latino. Quelle novità italiane sono poi entrate nella terza edizione latina e sono di conseguenza conservate nella nuova traduzione italiana.

Ecco le principali novità di questa edizione, messe in luce dal camaldolese:

  • in molto punti la notazione musicale (lo spartito) viene inserito direttamente nel corpo del testo, per incoraggiare l’uso del canto da parte del celebrante;
  • sono state revisionate alcune parti fondamentali del testo, per renderle più fedeli alla tradizione liturgica, alla teologia e al testo biblico. Il “Signore pietà” viene riportato nella sua forma originale “Kyrie eleison”, che guarda innanzitutto alla misericordia di Dio, prima che al peccato dell’uomo. Il testo del Gloria è più aderente alla Scrittura: gli uomini “di buona volontà” sono adesso “gli uomini amati dal Signore”. Le preghiere eucaristiche seconda e terza sono state modificate nel loro incipit. L’invito all’assemblea prima della comunione fa riferimento più esplicito all’incontro festoso con Gesù risorto nella liturgia del cielo, con riferimento all’Apocalisse (“beati gli invitati alla cena dell’Agnello”);
  • in alcuni testi la parola “fratelli” è adesso tradotta con “fratelli e sorelle”, per una comunicazione più inclusiva (ad esempio nelle preghiere eucaristiche, quando si fa il ricordo dei nostri “fratelli e sorelle defunti”);
  • il Padre nostro viene cambiato in due punti: nel riferimento al perdono dei peccati (“come anche noi li rimettiamo”) e davanti alla tentazione (“non abbandonarci alla tentazione”).

Dopo aver presentato le novità del Messale, Ferrari ha indicato tre piste che permettono di comprendere il senso dell’attuale revisione della celebrazione eucaristica:

  • Messale e immagine di Chiesa: dalla liturgia emerge una precisa identità della comunità che celebra. Questa revisione del testo liturgico mostra una spiccata consapevolezza di Chiesa come popolo in cammino verso il cielo, Chiesa in ascolto di un Dio che sempre la precede, Chiesa tutta ministeriale che coinvolge ogni fedele nelle proprie celebrazioni;
  • Messale e spiritualità: il Messale si presenta come una vera scuola di preghiera, perché è tutto intessuto di Parola di Dio; viene presentata con più ricchezza e attenzione la testimonianza dei santi (la parte relativa ai santi è stata oggetto di profonda revisione); la liturgia coinvolge nella preghiera tutta la corporeità dell’uomo, fatta di concretezza e di gesti, non soltanto di parole;
  • Messale ed evangelizzazione: la liturgia è sempre annuncio della fede, non solo attraverso i testi che presentano la fede cristiana, ma anche perché costruisce la comunione e l’unità della Chiesa e questi aspetti sono oggi particolarmente eloquenti verso il mondo in cui viviamo.

A conclusione della presentazione il vescovo Toso ha auspicato che questa revisione liturgica diventi occasione di un maggiore coinvolgimento dei fedeli nella celebrazione e di una rinnovata catechesi liturgica.

Il camaldolese Matteo Ferrari nella cappella del seminario vescovile di Faenza


Un pensiero per chi inizia la scuola

Lettera alle ragazze e ai ragazzi, a tutto il personale che lavora a scuola, ai dirigenti scolastici e alle famiglie

Carissimi tutti, buon inizio dell’anno scolastico 2020-2021! Che siate impegnati nei corsi di recupero, che siate impegnati nell’allestimento dei locali, che siate impegnati nella preparazione di materiale e “spirito” per ritornare tra i banchi: buon inizio!

Mai come quest’anno c’è bisogno di augurarci vicendevolmente un buon inizio delle lezioni quasi per la totalità in presenza. Ciò che per anni è stato scontato, forse a volte anche un po’ subito, diciamo anche non sempre apprezzato, per il 2020-2021 è tornato ad essere importante e preparato da tempo con molta cura. Nonostante le fatiche, le lacune inevitabili e i ritardi, l’esperienza di tornare a sentire la campanella si verificherà e si verificherà nella maggiore sicurezza possibile grazie al fatto che ciascuno ha fatto e farà la sua parte.

Il pensiero va alle bambine e ai bambini che per la prima volta si recheranno a scuola o che inizieranno un nuovo percorso scolastico, agli insegnanti che finalmente firmeranno un contratto di lavoro a tempo indeterminato come a quelli che saranno chiamati a tempo determinato fra pochi giorni; il riconoscimento va ai dirigenti che hanno messo in fila tutte le procedure e, supportati degli enti locali, hanno trovato soluzioni per situazioni solo pochi mesi fa impensabili, ai collaboratori scolastici che, in tanti casi non in numero sufficiente, hanno dovuto sostenere un “carico” di lavoro enorme.

Il pensiero va anche alle scuole paritarie che, con tutte le incertezze e le preoccupazioni, non hanno lasciato un vuoto al loro posto e a tutte le famiglie che contente per il nuovo inizio sono anche preoccupate per la salute e l’efficacia del “modo di fare scuola ai tempi del Covid”.

Benediciamo il nuovo anno scolastico che ci aspetta con tutto il carico di esperienze e fatiche che troveremo sul cammino; la collaborazione, la buona disposizione, l’impegno e l’aiuto dal Cielo saranno gli ingredienti per rendere proficui anche quest’anno tutti i giorni che ci attendono. Un ringraziamento a tutti quelli che sosterranno con la preghiera questo nuovo inizio, perché possano unirsi a noi, fisicamente o spiritualmente, il 12 ottobre alle ore 18.00 nel cortile si S.Umiltà, all’aperto, per la Messa di inizio dell’anno scolastico. In caso di mail tempo la celebrazione si terrà nella chiesa del Paradiso.

Silvia Nannini

settore diocesano per la pastorale scolastica


Indicazioni per la catechesi e le attività pastorali

Il vescovo Toso riorganizza in diocesi le misure di contrasto e prevenzione del Covid-19

Può ripartire il catechismo per bambini e ragazzi, insieme a tutte le attività pastorali, seguendo opportune norme di contrasto e prevenzione alla diffusione del virus Sars-Cov-19. Un decreto del vescovo Toso datato 11 settembre ha infatti ridefinito tutti gli aspetti riguardanti la vita liturgica (Messe e celebrazione dei sacramenti) e pastorale (catechismo e formazione) in diocesi. Ecco le principali novità:

  • per il catechismo “la capienza massima di ogni aula e la disposizione dei posti a sedere deve essere tale da garantire sempre la distanza interpersonale di un metro. All’interno, se l’incontro è statico e viene rispettata la distanza di un metro non è obbligatorio l’uso della mascherina. Per qualsiasi spostamento, invece, vige l’obbligo della mascherina. All’esterno, se viene rispettata la distanza non è obbligatorio l’uso della mascherina”;
  • per permettere la partecipazione al catechismo, la famiglia dovrà firmare un modulo di iscrizione e un patto di responsabilità dove si chiariscono i reciproci impegni di famiglia e parrocchia nel mettere in atto misure di prevenzione e protezione;
  • le processioni possono riprendere “nel rispetto del distanziamento, dell’uso delle mascherine, evitando ogni tipo di assembramento e in accordo con le autorità civili e sanitarie”;
  • per l’accesso alle chiese e la celebrazione di Messe e sacramenti non ci sono novità rilevanti: rimane l’obbligo di indossare sempre la mascherina, igienizzarsi le mani e rispettare la distanza nei posti a sedere. Congiunti e conviventi possono sedersi vicini tra loro. I cantori possono stare senza mascherina se mantengono una distanza di due metri davanti a sé.